Portico di Santo Stefano civico 13
Ruolo urbano
Spazio cittadino residenziale e commerciale
La piazza porticata di Santo Stefano rappresenta uno dei pochi spazi della città medievale nati con una funzione devozionale, divenuti a forte
vocazione commerciale, a cui si è affiancata la funzione residenziale legata agli importanti edifici di rappresentanza che sono man mano stati
realizzati intorno a questo spiazzo triangolare. Il portico risulta quindi un elemento-filtro tra l’utilizzo dello spazio aperto pubblico e quello
degli spazi chiusi privati.
Componente candidata
La componente selezionata comprende l’intera piazza Santo Stefano ed i relativi portici appartenenti ai palazzi prospicienti.
Piazza Santo Stefano è uno dei luoghi della città più amati dai bolognesi. La piazza, spesso utilizzata per manifestazioni culturali e mercatini
dell’antiquariato, è dominata dalla basilica omonima ed è circondata dai portici dei palazzi nobiliari che vi si affacciano, di origine
medioevale e rinascimentale. Oltre a mettere in risalto il monumentale edificio sacro, l’ampiezza dello spazio permette al visitatore di vedere
in tutta la loro bellezza gli edifici presenti. La piazza è pavimentata in ciottoli e, in corrispondenza del sagrato della chiesa, in lastricato. Il
dislivello che la contraddistingue si percepisce ma è superabile grazie alla sua conformazione a conca e a tre gradini, nel punto di massima
profondità (accanto alla chiesa).
La quinta settentrionale è costituita da Casa Berti con affreschi di Gaetano Gandolfi, da Palazzo Isolani e dal quattrocentesco Palazzo
Bolognini Isolani, all’interno del quale si sviluppa Corte Isolani che conduce direttamente a strada Maggiore. La quinta meridionale invece
comprende il cinquecentesco Palazzo Bolognini Amorini Salina.
La doppia funzione religiosa e nobiliare è sottolineata da un dettaglio architettonico che caratterizza fortemente questo luogo: il muretto di
contenimento, che in origine serviva a proteggere il passaggio coperto in cui il cittadino avrebbe tranquillamente passeggiato non rischiando
di inciampare, sporcarsi o imbattersi in cavalli o carri. Inoltre, il muro-diaframma si estendeva spesso in profondità nel terreno,
corrispondendo al poderoso muro di contenimento delle cantine sottostanti lo stesso portico.